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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum, II, 71
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originale
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[71] Sed tamen is fabulis spretis ac repudiatis deus pertinens per naturam cuiusque rei, per terras Ceres per maria Neptunus alii per alia, poterunt intellegi qui qualesque sint quoque eos nomine consuetudo nuncupaverit. Quos deos et venerari et colere debemus, cultus autem deorum est optumus idemque castissimus atque sanctissimus plenissimusque pietatis, ut eos semper pura integra incorrupta et mente et voce veneremur. non enim philosophi solum verum etiam maiores nostri superstitionem a religione separaverunt.
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traduzione
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71. Ad ogni modo per?, pur disprezzando e respingendo codesti racconti favolosi, potremo ugualmente
riconoscere l'esistenza e la natura della divinit? Presente in ciascun elemento - Cerere sulla terra, Nettuno nel mare, altri
altrove - ed apprenderne il nome consacrato dall'uso: e questi d?i ? nostro dovere rispettare e venerare. Non v'? nulla di
pi? elevato, d? pi? puro, di pi? venerando e di pi? sacro del culto degli d?i purch? li si venerino con purezza, rettitudine
ed integrit? di mente e di parola. Del resto non furono solo i filosofi ma anche i nostri antenati a distinguere la
superstizione dalla religione.
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