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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum, II, 74
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originale
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[74] sed id praecise dicitur: ut, si quis dicat Atheniensium rem publicam consilio regi, desit illud "Arii pagi", sic, cum dicimus providentia mundum administrari, deesse arbitrato "deorum", plene autem et perfecte sic dici existumato, providentia deorum mundum administrari, ita salem istum, quo caret vestra natio, in inridendis nobis nolitote consumere, et mercule si me audiatis ne experiamini quidem; non decet non datum est non potestis. nec vero hoc in te unum convenit moribus domesticis ac nostrorum hominum urbanitate limatum, sed cuin in reliquos vestros tum in eum maxime, qui ista peperit, hominem sine arte sine litteris, insultantem in omnes, sine acumine ullo sine auctoritate sine lepore.
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traduzione
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74. Come quando si dice che lo stato ateniese ? retto dal consiglio manca la determinazione ? dell'Areopago ?,
analogamente quando affermiamo che il mondo ? retto dalla provvidenza devi ritenere che manchi la determinazione ?
degli d?i ? e pensare che l'espressione piena e compiuta sia: ?il mondo ? amministrato dalla provvidenza degli d?i ?.
Non state dunque a sprecare, nello sforzo di deriderci, questo spirito che, tra l'altro, manca alla vostra scuola; se mi
deste ascolto non lo tentereste nemmeno: non vi si addice, non ne avete il diritto, non lo potete fare, e nel dir questo non
mi riferisco soltanto a te che le consuetudini di casa nostra ed il garbo del nostro popolo hanno ingentilito, ma a tutti i
seguaci della vostra scuola e soprattutto al suo iniziatore, un uomo privo di tecnica e di cultura, in lotta con tutti e
sfornito di ogni acume, di ogni autorit?, di ogni garbo.
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