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Cicerone
De Natura Deorum, II, 76
 
originale
 
[76] Primum igitur aut negandum est esse deos, quod et Democritus simulacra et Epicurus imagines inducens quodam pacto negat, aut qui deos esse concedant, is fatendum est eos aliquid agere idque praeclarum; nihil est autem praeclarius mundi administratione; deorum igitur consilio administratur. Quod si aliter est, aliquid profecto sit necesse est melius et maiore vi praeditum quam deus, quale id cumque est, sive inanima natura sive necessitas vi magna incitata haec pulcherrima opera efficiens, quae videmus;
 
traduzione
 
76. Circa il primo punto gli atteggiamenti possibili sono due: o si nega l'esistenza degli d?i come, sotto un certo aspetto, fa Democrito parlandoci di simulacri ed Epicuro di immagini, oppure si riconosce, con coloro che ne ammettono l'esistenza, che gli d?i esercitano una loro azione e lo fanno nel modo migliore; e poich? non ? possibile un'attivit? pi? elevata del governo del mondo, se ne deduce che esso ? guidato dalla volont? divina. Se fosse altrimenti, dovrebbe essere un'altra entit?, non importa quale, superiore e dotata di una potenzialit? maggiore della divinit? (sia essa una creatura inanimata, o una cieca necessit? spinta da una forza possente) a compiere le meravigliose opere che vediamo;
 

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