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Progetto
Ovidio - database
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autore
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Cicerone
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De Natura Deorum, II, 86
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originale
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[86] Etenim qui reliquas naturas omnes earumque semina contineat, qui potest ipse non natura administrari; ut, si qui dentes et pubertatem natura dicat existere, ipsum autem hominem cui ea existant non constare natura, non intellegat ea quae ecferant aliquid ex sese perfectiores habere naturas quam ea quae ex his efferantur. omnium autem rerum quae natura administrantur seminator et sator et parens ut ita dicam atque educator et altor est mundus omniaque sicut membra et partes suas nutricatur et continet. quod si mundi partes natura administrantur, necesse est mundum ipsum natura administrari. Cuius quidem administratio nihil habet in se quod reprehendi possit; ex his enim naturis quae erant quod effici optimum potuit effectum est.
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traduzione
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86. Ma come potrebbe non esserlo visto che esso contiene in s? tutte le altre nature ed i loro germi? Sarebbe lo
stesso che affermare che i denti e la p?liferazione sono dovuti alla natura e non riconoscere poi che l'uomo cui essi
appartengono sia un prodotto naturale, mostrando con ci? di non comprendere che ogni essere procreante dal suo
Compete dunque al ,mondo il titolo di seminatore, di piantatore e, per cos? dire, di padre di tutte le creature
sottomesse al governo della natura: a lui spetta il compito di educarle e di nutrirle e a tutte egli fornisce cibo e
sostentamento come a sue parti e membra. Orbene, se le singole parti del mondo hanno come guida la natura lo stesso
dovr? dirsi della totalit? del mondo in cui l'azione regolatrice della natura ? tale da escludere ogni critica: lo dimostra
l'effetto sortito da quelli che erano in origine dei semplici elementi, effetto che non potrebbe essere migliore di quanto
effettivamente ? stato.
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