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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum, II, 90
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originale
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[90] ergo ut hic primo aspectu inanimum quiddam sensuque vacuum se putat cernere, post autem signis certioribus, quale sit id, de quo dubitaverat, incipit suspicari, sic philosophi debuerunt, si forte eos primus aspectus mundi conturbaverat, postea, cum vidissent motus eius finitos et aequabiles omniaque ratis ordinibus moderata inmutabilique constantia, intellegere inesse aliquem non solum habitatorem in hac caelesti ac divina domo, sed etiam rectorem et moderatorem et tamquam architectum tanti operis tantique muneris.
Nunc autem mihi videntur ne suspicari quidem, quanta sit admirabilitas caelestium rerum atque terrestrium.
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traduzione
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90. Come si vede quest'uomo di primo acchito crede di scorgere un corpo inanimato e privo di sensibilit?, ma in
seguito, sulla base di una chiara indicazione, incomincia a intravedere la vera natura dell'oggetto che lo aveva lasciato
perplesso. Lo stesso vale anche per i filosofi. Se in un primo tempo lo spettacolo dei mondo pot? lasciarli alquanto
turbati ed incerti, in seguito, constatata la uniforme regolarit? dei suoi movimenti. e l'ordine costante ed immutabile cui
obbedisce ogni fenomeno avrebbero dovuto convincersi che in codesta celestiale e divina dimora ? presente qualcuno
che non si limita ad abitarla ma ? anche l'organizzatore, il regolatore e, per cos? dire, l'architetto di tanta impresa.
In realt? essi non sembrano neppure lontanamente immaginare quali meraviglie offra la considerazione dei
fenomeni celesti e terrestri.
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