[97] Quis enim hunc hominem dixerit, qui, cum tam certos caeli motus, tam ratos astrorum ordines tamque inter se omnia conexa et apta viderit, neget in his ullam inesse rationem eaque casu fieri dicat, quae, quanto consilio gerantur, nullo consilio adsequi possumus. An, cum machinatione quadam moveri aliquid videmus ut sphaeram, ut horas, ut alia permulta, non dubitamus, quin illa opera sint rationis, cum autem impetum caeli cum admirabili celeritate moveri vertique videamus constantissime conficientem vicissitudines anniversarias cum summa salute et conservatione rerum omnium, dubitamus, quin ea non solum ratione fiant, sed etiam excellenti divinaque ratione?
|
97. Come non negare il nome di uomo ad un individuo che, dopo aver osservato la perfetta regolarit? dei moti
celesti, l'esatta determinazione delle orbite stellari e lo stretto legame di interdipendenza che unisce gli esseri tutti, non
riconoscesse in tutto ci? la presenza di un principio razionale e attribuisse all'opera del caso l'esecuzione di un piano la
cui ingegnosit? nessun ingegno umano riuscir? mai a raggiungere?
Quando osserviamo qualcosa muoversi per opera di un meccanismo - si tratti di una sfera planetaria o di un
orologio o di un altro oggetto qualsiasi - non abbiamo alcun dubbio che sia stato un essere intelligente a determinarne il
movimento. Perch? allora, nel contemplare il cielo che con la sua mirabile e velocissima rotazione determina con
perfetta regolarit? l'alternarsi delle stagioni donando vita e prosperit? a tutte le creature, dovremmo dubitare che alla
base di tutto vi sia un principio non solo razionale ma anche dotato d? una divina perfezione?
|