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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum, II, 103
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originale
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[103] Luna autem, quae est, ut ostendunt mathematici, maior quam dimidia pars terrae, isdem spatiis vagatur, quibus sol, sed tum congrediens cum sole, tum degrediens et eam lucem, quam a sole accepit, mittit in terras et varias ipsa lucis mutationes habet, atque etiam tum subiecta atque opposita soli radios eius et lumen obscurat, tum ipsa incidens in umbram terrae, cum est e regione solis, interpositu interiectuque terrae repente deficit. Isdemque spatiis eae stellae, quas vagas dicimus, circum terram feruntur eodemque modo oriuntur et occidunt, quarum motus tum incitantur, tum retardantur, saepe etiam insistunt,
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traduzione
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103. Quanto alla luna che, a detta degli scienziati, supera per grandezza la met? della terra, percorre le stesse vie
del sole, ma ora ne accompagna il cammino, ora se ne discosta ed invia sulla terra la luce che riceve dal sole
attraversando essa stessa., varie fasi nella sua opera di illuminazione. Ma non basta: collocandosi talora sotto il sole ed
opponendogli la sua propria massa ne oscura i raggi luminosi; altra volta ? invece la luna ad imbattersi nell'ombra della
terra quando questa ? dalla parte del sole ed in tal caso, per l'interposizione della massa terrestre, improvvisamente scompare. Identiche sono le orbite delle stelle cosiddette erranti e allo stesso modo anch'esse sorgono e tramontano, ma
ora accelerano il loro movimento, ora lo rallentano e non ? infrequente il caso che restino immobili:
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