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autore
brano
 
Cicerone
De Natura Deorum, II, 116
 
originale
 
[116] Quocirca si mundus globosus est ob eamque causam omnes eius partes undique aequabiles ipsae per se atque inter se continentur, contingere idem terrae necesse est, ut omnibus eius partibus in medium vergentibus (id autem medium infimum in sphaera est) nihil interrumpat, quo labefactari possit tanta contentio gravitatis et ponderum. Eademque ratione mare, cum supra terram sit, medium tamen terrae locum expetens conglobatur undique aequabiliter neque redundat umquam neque effunditur.
 
traduzione
 
116. Orbene, se il mondo ha forma sferica e, di conseguenza, tutte le sue parti sono in individuale e reciproco equilibrio, lo stesso fenomeno dovr? verificarsi anche Per la terra dove, per la tendenza di tutte le sue parti a raggiungere il centro (che in una sfera ? il punto pi? basso), nulla pu? interromperne la continuit? rompendo l'equilibrio dei pesi e delle forze. Per la stessa ragione il mare che copre la superficie terrestre, gravitando anch'esso verso il centro, assume una regolare curvatura senza straripamenti o deviazioni di sorta.
 

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