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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum, II, 117
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originale
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[117] Huic autem continens aer fertur ille quidem levitate sublimi, sed tamen in omnes partes se ipse fundit; itaque et mari continuatus et iunctus est et natura fertur ad caelum, cuius tenuitate et calore temperatus vitalem et salutarem spiritum praebet animantibus. Quem complexa summa pars caeli quae aetheria dicitur, et suum retinet ardorem tenuem et nulla admixtione concretum et cum aeris extremitate coniungitur. In aethere autem astra volvuntur, quae se et nisu suo conglobata continent et forma ipsa figuraque sua momenta sustentant; sunt enim rutunda, quibus formis, ut ante dixisse videor, minime noceri potest.
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traduzione
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117. L'aria, che confina con questo, in virt? della sua leggerezza tende verso l'alto, ma la sua diffusione ?
anch'essa uniforme in tutte le direzioni. E se il mare ? l'elemento col quale direttamente confina senza soluzione di
continuit?, la sua natura la spinge verso il cielo che le comunica parte della sua leggerezza e del suo calore mettendola
in grado di dispensare ai viventi vita e salute. Quanto alla parte pi? alta del cielo che avvolge la sfera dell'aria e cui si d?
il nome di etere, possiede un calore ed una levit? proprie pure da ogni commistione estranea e confina con la parte
superiore dell'aria.
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