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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum, II, 119
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originale
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[119] Nolo in stellarum ratione multus vobis videri, maximeque earum, quae errare dicuntur; quarum tantus est concentus ex dissimillimis motibus, ut, cum summa Saturni refrigeret, media Martis incendat, is interiecta Iovis inlustret et temperet, infraque Martem duae soli oboediant, ipse sol mundum omnem sua Iuce compleat, ab eoque luna inluminata graviditates et partus adferat maturitatesque gignendi. Quae copulatio rerum et quasi consentiens ad mundi incolumitatem coagmentatio naturae quem non movet, hunc horum nihil umquam reputavisse certo scio.
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traduzione
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119. Non voglio che pensiate che mi sto dilungando troppo parlando di astronomia, soprattutto delle stelle dette erranti: tanta ? la loro armonia nella diversit? dei loro movimenti che mentre Saturno, la pi? alta, raffredda, Marte, che si trova in mezzo, brucia, Giove, che si trova tra queste, d? luce e un calore temperato, e sotto Marte solo due sono soggette al sole; il sole stesso riempie tutto il mondo della sua luce, e la luna, illuminata da esso, apporta il concepimento, il parto, e il momento opportuno per la nascita. Chi non ? colpito da questa congiunzione delle cose e da questa unione della natura concordemente finalizzata alla conservazione del mondo, so per certo che non ha mai riflettuto su nulla di tutto questo.
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