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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum, II, 122
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originale
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[122] Dedit autem eadem natura beluis et sensum et adpetitum, ut altero conatum haberent ad naturales pastus capessendos, altero secernerent pestifera a salutaribus. Tam vero alia animalia gradiendo, alia serpendo ad pastum accedunt, alia volando, alia nando, cibumque partim oris hiatu et dentibus ipsis capessunt, partim unguium tenacitate arripiunt, partim aduncitate rostrorum, alia sugunt, alia carpunt, alia vorant, alia mandunt. Atque etiam aliorum east humilitas, ut cibum terrestrem rostris facile contingant.
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traduzione
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122. E se la natura ha concesso alle fiere una sensibilit? ed un istinto lo ha fatto perch? esse per l'una fossero
naturalmente portate a desiderare i cibi ad esse congeniali ed in grazia dei secondo fossero in grado di distinguere ci?
che nuoce da ci? che giova. E non basta ancora. Ci sono animali che si accostano al cibo camminando, altri strisciando,
altri volando, altri ancora a nuoto, e mentre una parte di essi mangia il cibo spalancando la bocca e afferrandolo coi
denti, altri lo strappa con la forza delle unghie o servendosi di un becco adunco. C'? chi succhia, chi bruca, chi mastica,
chi divora. Ci sono animali la cui bassa statura permette loro di afferrare facilmente col muso il cibo sparso per terra.
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