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brano
 
Cicerone
De Natura Deorum, II, 128
 
originale
 
[128] Quid loquar, quanta ratio in bestiis ad perpetuam conservationem earum generis appareat? Nam primum aliae mares, aliae feminae sunt, quod perpetuitatis causa machinata natura est, deinde partes corporis et ad procreandum et ad concipiendum aptissimae, et in mari et in femina commiscendorum corporum mirae libidines; cum autem in locis semen insedit, rapit omnem fere cibum ad sese eoque saeptum fingit animal; quod cum ex utero elapsum excidit, in iis animantibus, quae lacte aluntur, omnis fere cibus matrum lactescere incipit, eaque, quae paulo ante nata sunt, sine magistro duce natura mammas adpetunt earumque ubertate saturantur. Atque ut intellegamus nihil horum esse fortuitum et haec omnia esse opera providae sollertisque naturae, quae multiplices fetus procreant, ut sues, ut canes, iis mammarum data est multitudo, quas easdem paucas habent eae bestiae, quae pauca gignunt.
 
traduzione
 
128. E che dire poi della studiata predisposizione di ogni animale a perpetuare la propria specie? Innanzitutto c'? la differenziazione dei sessi che null'altro ? se non un espediente creato dalla natura proprio per assicurare tale perpetuazione. Si aggiunga che determinate parti del corpo sono state appositamente predisposte per la generazione ed il concepimento e che sia nel maschio sia nella femmina c'? l'irresistibile tendenza al congiungimento dei corpi. Una volta poi che il seme ha raggiunto la sua sede naturale avoca a s? quasi tutto il cibo e stipandolo tutto attorno crea il nuovo essere. E quando questo si libera ed esce dal grembo materno quasi tutto Il cibo ingerito dalla madre - intendo qui riferirmi all'ordine dei mammiferi - incomincia a trasformarsi in latte ed i piccoli neonati senza che alcuno intervenga ad istruirli, per solo istinto naturale, si attaccano alle mammelle e ne succhiano abbondante nutrimento. A provare che in ci? non v'? nulla di fortuito, ma tutto ? opera di una provvida ed industre natura basti la constatazione che animali molto prolifici, come cani e maiali, risultano dotati di un gran numero di mammelle mentre molto inferiore ne ? il numero in quegli animali che generano solo qualche piccolo alla volta.
 

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