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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum, II, 130
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originale
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[130] Accedit etiam ad nonnullorum animantium et earum rerum, quas terra gignit, conservationem et salutem hominum etiam sollertia et diligentia. Nam multae et pecudes et stirpes sunt, quae sine procuratione hominum salvae esse non possunt.
Magnae etiam oportunitates ad cultum hominum atque abundantiam aliae aliis in locis reperiuntur. Aegyptum Nilus inrigat, et cum tota aestate obrutam oppletamque tenuit, tum recedit mollitosque et oblimatos agros ad serendum relinquit. Mesopotamiam fertilem efficit Euphrates, in quam quotannis quasi novos agros invehit. Indus vero, qui est omnium fluminum maximus, non aqua solum agros laetificat et mitigat, sed eos etiam conserit; magnam enim vim seminum secum frumenti similium dicitur deportare.
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traduzione
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130. Alla conservazione e preservazione di taluni animali e di talune piante contribuisce anche l'attiva cura
dell'uomo: vi sono infatti degli animali e delle piante che senza il nostro intervento non potrebbero sopravvivere.
Inoltre le varie regioni offrono ciascuna particolari e sostanziali vantaggi per una proficua coltivazione dei
terreno da parte dell'uomo. Il Nilo allaga l'Egitto e dopo averlo tenuto sommerso per una intera estate se ne allontana e
lascia il terreno, cosi ammorbidito e concimato, pronto per la semina. La Mesopotamia deve la sua fertilit? all'Eufrate
che si pu? dire introduca ogni anno in quella regione nuovi campi coltivabili. L'Indo, il pi? grande di tutti i fiumi, non si
limita ad ammorbidire e a concimare i campi con le sue acque, ma provvede anche a seminarli, se ? vero che, a quanto
si dice, trascina con s? gran quantit? di semi di cereali.
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