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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum, II, 148
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originale
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[148] ex quibus conlatis inter se et conparatis artes quoque efficimus partim ad usum vitae, partim ad oblectationem necessarias. Iam vero domina rerum, ut vos soletis dicere, eloquendi vis, quam est praeclara quamque divina. Quae primum efficit, ut et ea, quae ignoramus, discere et ea, quae scimus, alios docere possimus; deinde hac cohortamur, hac persuademus, hac consolamur adflictos, hac deducimus perterritos a timore, hac gestientes conprimimus, hac cupiditates iracundiasque restinguimus; haec nos iuris, legum, urbium societate devinxit, haec a vita inmani et fera segregavit.
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traduzione
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148. e le arti che noi pratichiamo, in parte per le necessit? della vita ed in parte per rendere pi? piacevole la
nostra esistenza, nascono proprio dalla contrapposizione e dal confronto fra questi due elementi. Quanto a quella che voi chiamate ? signora del mondo ?, l'eloquenza, trattasi di un'arte davvero illustre e divina. Essa ci permette di
apprendere ci? che ignoriamo e di insegnare agli altri ci? di cui siamo edotti: ad essa ricorriamo per esortare, per
convincere, per consolare gli afflitti, per liberare dalla paura i timorosi, per umiliare i superbi e i facinorosi, per
reprimere le passioni e i moti dell'ira; ? opera sua l'averci uniti coi comune vincolo del diritto, delle leggi e della
convivenza sociale e l'averci allontanati da una vita selvaggia ed animalesca.
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