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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum, II, 149
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originale
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[149] Ad usum autem orationis incredibile est, nisi diligenter adtenderis, quanta opera machinata natura sit. Primum enim a pulmonibus arteria usque ad os intimum pertinet, per quam vox principium a mente ducens percipitur et funditur. Deinde in ore sita Iingua est finita dentibus; ea vocem inmoderate profusam fingit et terminat atque sonos vocis distinctos et pressos efficit, cum et dentes et alias partes pellit oris; itaque plectri similem linguam nostri solent dicere, chordarum dentes, nares cornibus his, quae ad nervos resonant in cantibus.
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traduzione
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149. Quanto impegno la natura abbia posto per dar modo all'eloquenza di esplicarsi non lo si crederebbe se la
cosa non risultasse evidente ad una attenta considerazione. C'? innanzitutto la trachea che dai polmoni si spinge sino
alla parte pi? interna della bocca e attraverso la quale la voce, che ha il suo fondamento nel pensiero, viene raccolta e
diffusa. Nella bocca ha pure sede la lingua chiusa nella chiostra dei denti : a lei spetta il compito di regolare ed
organizzare il flusso dis ordinato ed inarticolato della voce nonch? quello di renderci i suoni chiari e distinti facendo
forza sui denti e su altre parti della bocca. Di qui l'uso da parte di quelli della nostra scuola di paragonare la lingua ad un
plettro, i denti alle corde e le narici alle casse di risonanza che, durante l'esecuzione, riecheggiano i suoni emessi dalle
corde.
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