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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum, II, 152
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originale
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[152] Magnos vero usus adfert ad navigia facienda, quorum cursibus subpeditantur omnes undique ad vitam copiae. Quasque res violentissimas natura genuit, earum moderationem nos soli habemus, maris atque ventorum, propter nauticarum rerum scientiam, plurimisque maritimis rebus fruimur atque utimur. Terrenorum item commodorum omnis est in homine dominatus: nos campis, nos montibus fruimur, nostri sunt amnes, nostri lacus, nos fruges serimus, nos arbores; nos aquarum inductionibus terris fecunditatem damus, nos flumina arcemus, derigimus, avertimus; nostris denique manibus in rerum natura quasi alteram naturam efficere conamur.
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traduzione
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152. Il legname ? di grande utilit? anche per la costruzione delle navi che, con le loro traversate, fanno affluire
da ogni parte grande abbondanza di prodotti indispensabili per la nostra esistenza. Solo noi uomini, grazie alla scienza
della navigazione, siamo in grado di dominare e regolare elementi quali i mari ed ? venti, che la natura ha dotato di
straripante potenza, e innumerevoli sono i prodotti marini che abbiamo saputo sfruttare e volgere a nostro vantaggio.
Parimenti di tutte le cose utili che vengono dalla terra l'uomo ? signore incontrastato. E' opera nostra lo
sfruttamento dei monti e delle pianure, i fiumi ed i laghi sono in nostro potere, siamo noi che seminiamo i cereali, che
piantiamo gli alberi, che fecondiamo i terreni con opere di canalizzazione e di irrigazione, che arrestiamo, che
incanaliamo, che deviamo il corso dei fiumi, che ci sforziamo, in ultima analisi, di costituire in seno alla natura una
specie di seconda natura.
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