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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum, II, 154
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originale
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[154] Restat, ut doceam atque aliquando perorem omnia, quae sint in hoc mundo, quibus utantur homines, hominum causa facta esse et parata. Principio ipse mundus deorum hominumque causa factus est, quaeque in eo sunt, ea parata ad fructum hominum er inventa sunt. Est enim mundus quasi communis deorum atque hominum domus aut urbs utrorumque; soli enim ratione utentes iure ac lege vivunt. Ut igitur Athenas et Lacedaemonem Atheniensium Lacedaemoniorumque causa putandum est conditas esse omniaque, quae sint in his urbibus eorum populorum recte esse dicuntur, sic, quaecumque sunt in omni mundo, deorum atque hominum putanda sunt.
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traduzione
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154. Mi resta ora da dimostrare, a mo' di conclusione, che tutto ci? di cui l'uomo si serve in questo mondo ? stato
appositamente creato e preparato per lui.
Innanzitutto il mondo ? stato di per se stesso costruito per gli uomini e per gli d?i e tutto ci? che esso contiene ?
stato predisposto e si ? rivelato di utilit? per l'uomo. Il mondo ? infatti una sorta di comune dimora degli d?i e degli
uomini o, se si vuole, una citt? destinata ad accoglierli entrambi: lo dimostra il fatto che essi soli hanno l'uso della
ragione e vivono in base al diritto ed alle leggi. Come dunque Atene e Sparta sono da ritenersi costruite in funzione
degli Ateniesi e degli Spartani e a buon diritto si afferma che quanto si trova in esse appartiene a quei popoli, allo stesso
modo tutto ci? che il mondo reca in s? in tutta la sua estensione deve considerarsi come appartenente agli d?i ed agli
uomini.
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