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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum, II, 157
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originale
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[157] Ut fides igitur et tibias eorum causa factas dicendum est, qui illis uti possent, sic ea, quae dixi, is solis confitendum est esse parata, qui utuntur, nec, si quae bestiae furantur aliquid ex is aut rapiunt, illarum quoque causa ea nata esse dicemus. Neque enim homines murum aut formicarum causa frumentum condunt, sed coniugum et liberorum et familiarum suarum; itaque bestiae furtim ut dixi, fruuntur, domini palam et libere;
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traduzione
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157. Come le cetre ed i flauti debbono ritenersi costruiti per coloro che se ne servono, cosi si deve riconoscere
che le cose di cui ho parlato sono state create esclusivamente per coloro che ne fanno uso, e se qualche animale ce ne
strappa o ne ruba una parte, non per questo diremo che quei prodotti sono venuti alla luce per lui! Non ? certo per le
formiche e per i topi che gli uomini ripongono il frumento, ma per le spose, per i figli e per la servit?. Avviene cos? che
gli animali godano di nascosto dei beni della terra, i loro padroni liberamente ed alla luce del sole.
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