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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum, II, 162
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originale
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[162] Nec veto supra terram, sed etiam in intumis eius tenebris plurimarum rerum latet utilitas, quae ad usum hominum orta ab hominibus solis invenitur.
Illud vero, quod uterque vestrum arripiet fortasse ad reprendendum, Cotta, quia Carneades lubenter in Stoicos invehebatur, Velleius, quia nihil tam inridet Epicurus quam praedictionem rerum futurarum, mihi videtur vel maxume confirmare deorum prudentia consuli rebus humanis. Est enim profecto divinatio, quae multis locis, rebus, temporibus apparet cum in privatis rebus, tum maxume in publicis:
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traduzione
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162. E non solo sulla superficie della terra, ma anche nelle sue profondit? tenebrose vi sono innumerevoli
sostanze utili all'uomo che sono state create perch? egli possa farne uso e che lui solo ? riuscito a scoprire.
Il prossimo argomento ? presumibilmente destinato a subire gli attacchi dei miei avversari, di Cotta in quanto era
consuetudine di Carneade scagliarsi contro gli stoici, di Velleio in quanto non v'era nulla su cui maggiormente si
appuntasse l'ironia di Epicuro quanto la previsione degli eventi futuri: eppure per me esso conferma nel modo pi?
evidente che alle cose umane provvede l'oculata saggezza degli dei. E' un fatto che la divinazione esiste e si manifesta
in molteplici luoghi, occasioni e circostanze sia nella vita privata sia, soprattutto, in quella pubblica.
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