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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum III,28
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originale
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[28] Itaque illa mihi placebat oratio de convenientia consensuque naturae, quam quasi cognatione continuatam conspirare dicebas; illud non probabam, quod negabas id accidere potuisse, nisi ea uno divino spiritu contineretur. Illa vero cohaeret et permanet naturae viribus, non deorum, estque in ea iste quasi consensus, quam synpatheian Graeci vocant; sed ea, quo sua sponte maior est, eo minus divina ratione fieri existimanda est.
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traduzione
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28. Di qui il mio apprezzamento per quanto tu andavi argomentando circa la regolarit? e coerenza della natura
che tu dicevi armonicamente protesa, merce l'ininterrotta coordinazione di tutte le sue parti, alla realizzazione di un fine.
Non accettavo per? l'altra affermazione che cio? tutto questo non potesse avvenire se non grazie all'opera coordinatrice
di un unico spirito divino. In realt? la coerenza e persistenza dell'insieme ? dovuta a forze naturali e non alla potenza
divina; v'? fra le cose una sorte di unanime accordo (la ? simpatia ? dei Greci), ma trattasi di un accordo che quanto pi?
si rivela libero e spontaneo, tanto meno pu? essere attribuito alla ragione divina.
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