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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Brutus, 16
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originale
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[16] Ego autem voluntatem tibi profecto emetiar, sed rem ipsam nondum posse videor; idque ut ignoscas, a te peto. nec enim ex novis, ut agricolae solent, fructibus est unde tibi reddam quod accepi--sic omnis fetus repressus exustusque flos siti veteris ubertatis exaruit --, nec ex conditis, qui iacent in tenebris et ad quos omnis nobis aditus, qui paene solis patuit, obstructus est. seremus igitur aliquid tamquam in inculto et derelicto solo; quod ita diligenter colemus, ut impendiis etiam augere possimus largitatem tui muneris: modo idem noster animus efficere possit quod ager, qui quom multos annos quievit, uberiores efferre fruges solet.
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traduzione
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16 lo senza dubbio ricambier? la tua buona intenzione, ma quanto al dono stesso, non mi pare di poterlo ancora
ricambiare: ti prego di scusarmi. Infatti, quanto ho ricevuto non ho di che restituirtelo n? tra i nuovi raccolti, come sono
soliti fare gli agricoltori -ogni frutto ? rimasto soffocato, ogni fiore si ? inaridito, bruciato dalla sete dell'antico rigoglio
-, n? tra quelli riposti, che giacciono nell'oscurit?: ogni accesso a essi -che praticamente a me solo era aperto - ? ora per
me ostruito. Semineremo dunque qualcosa come in un terreno incolto e abbandonato, e lo coltiveremo con tanta
diligenza, da potere anche maggiorare con gli interessi la generosit? del tuo dono; purch? il mio animo sia in gra do di
fare come il campo, il quale, dopo essere stato in riposo per molti anni, ? solito produrre messi pi? abbondanti?.
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