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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Brutus, 43
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originale
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[43] Nam quem Thucydides, qui et Atheniensis erat et summo loco natus summusque vir et paulo aetate posterior, tantum mortuum scripsit et in Attica clam humatum, addidit fuisse suspicionem veneno sibi conscivisse mortem: hunc isti aiunt, cum taurum immolavisset, excepisse sanguinem patera et eo poto mortuum concidisse. hanc enim mortem rhetorice et tragice ornare potuerunt; illa mors volgaris nullam praebebat materiem ad ornatum. quare quoniam tibi ita quadrat, omnia fuisse Themistocli paria et Coriolano, pateram quoque a me sumas licet, praebebo etiam hostiam, ut Coriolanus sit plane alter Themistocles.
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traduzione
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43 Tucidide -il quale era ateniese, era di stirpe assai nobile, era uomo eccelso, ed era di poco posteriore agli
avvenimenti -scrisse solo che era morto di malattia ed era stato sepolto clandestinamente in Attica, aggiungendo che era
circola to il sospetto che si fosse dato la morte coi veleno;" costoro invece dicono che dopo avere immolato un toro, ne
raccolse il sangue in una tazza, e, bevutolo, cadde morto. Una morte cos? potevano abbellirla di ornamenti retorici e
tragici; quell'altra morte banale non offriva materia per ornamenti. Perci?, siccome ti torna bene che in Ternistocle e in
Coriolano ogni cosa fosse compagna, puoi prendere da me anche la tazza, e ti fornir? pure la vittima, di modo che
Coriolano sia proprio un altro Temistocle?.
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