Cerca |
|
|
|
Progetto
Ovidio - database
|
|
|
|
autore
|
brano
|
|
Cicerone
|
Brutus, 57
|
|
originale
|
|
[57] Dicitur etiam C. Flaminius, is qui tribunus plebis legem de agro Gallico et Piceno viritim divi dundo tulerit, qui consul apud Tarsumennum sit interfectus, ad populum valuisse dicendo. Q. etiam Maxumus Verrucosus orator habitus est temporibus illis et Q. Metellus, is qui bello Punico secundo cum L. Veturio Philone consul fuit. quem vero exstet et de quo sit memoriae proditum eloquentem fuisse et ita esse habitum, primus est M. Cornelius Cethegus, cuius eloquentiae est auctor et idoneus quidem mea sententia Q. Ennius, praesertim cum et ipse eum audiverit et scribat de mortuo; ex quo nulla suspicio est amicitiae causa esse mentitum.
|
|
traduzione
|
|
57 Si dice che anche Gaio Flaminio, quello che da tribuno della plebe propose la legge per la spartizione
dell'agro gallico tra i singoli cittadini, e quand'era console fu ucciso nella battaglia del Trasimeno, sapesse esercitare un
forte influsso sul popolo con la sua parola. E pure Quinto Massimo Verrucoso venne a quel tempo considerato un
oratore, al pari di quel Quinto Metello che nel corso della seconda guerra punica fu console insieme a Lucio Veturio
Filone. Ma il primo per il quale esiste una documentata tradizione che fu davvero elo quente, e tale venne riconosciuto, ?
Marco Cornelio Ce tego, della cui eloquenza ? testimone - e attendibile, a mio parere - Quinto Ennio, soprattutto perch?
pot? ascoltarlo egli stesso, e scrive di uno gi? morto: perci? non vi ? il minimo sospetto che abbia mentito per com-piacere
un amico.
|
|
|
|
tutto
il materiale presente su questo sito è a libera disposizione di tutti,
ad uso didattico e personale, non profit/no copyright --- bukowski
|
|
|