Cerca |
|
|
|
Progetto
Ovidio - database
|
|
|
|
autore
|
brano
|
|
Cicerone
|
Brutus, 192
|
|
originale
|
|
[192] quid tu, Brute? possesne, si te ut Curionem quondam contio reliquisset?
Ego vero, inquit ille, ut me tibi indicem, in eis etiam causis, in quibus omnis res nobis cum iudicibus est, non cum populo, tamen si a corona relictus sim, non queam dicere.
Ita se, inquam, res habet. ut, si tibiae inflatae non referant sonum, abiciendas eas sibi tibicen putet, sic oratori populi aures tamquam tibiae sunt; eae si inflatum non recipiunt aut si auditor omnino tamquam equus non facit, agitandi finis faciendus est.
|
|
traduzione
|
|
192 E tu, Bruto? Ci saresti riuscito, se l'assemblea ti avesse piantato l?, come fece una volta con Curio ne?? ?In
verit?,? disse ?per mostrarmi a te quale sono, anche in quelle cause in cui si ha a che fare solo con i giudici, non col
popolo, tuttavia, se venissi abbandonato dal pubblico, non riuscirei a far parola.? A pro prio cos?? dissi. ?Come se un
flauto, soffiandovi dentro, non desse suono, il flautista penserebbe di doverlo buttare via, cos? per l'oratore le orecchie
del pubblico sono come un flauto; se non ricevono il soffio, o se l'uditorio, come un cavallo, ? riottoso, bisogna porre
fine agli sforzi.
|
|
|
|
tutto
il materiale presente su questo sito è a libera disposizione di tutti,
ad uso didattico e personale, non profit/no copyright --- bukowski
|
|
|