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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Brutus, 211
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originale
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[211] legimus epistulas Corneliae matris Gracchorum: apparet filios non tam in gremio educatos quam in sermone matris. auditus est nobis Laeliae C. f. saepe sermo: ergo illam patris elegantia tinctam vidimus et filias eius Mucias ambas. quarum sermo mihi fu it notus, et neptes Licinias, quas nos quidem ambas, hanc vero Scipionis etiam tu, Brute, credo, aliquando audisti loquentem.
Ego vero ac lubenter quidem, inquit Brutus; et eo lubentius, quod L. Crassi erat filia.
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traduzione
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211 Se leggiamo le lettere di Cornelia madre dei Gracchi, appare evidente che i suoi figli sono stati educati non
tanto nel grembo quanto nell'idioma della madre. Ho sentito spesso parlare Lelia figlia di Gaio: l'ho vista dunque
imbevuta dell'eleganza paterna, e cos? ambedue le Mucie sue figlie, il cui modo di parlare ho ben conosciuto, e le nipoti
Licinie: io le ho sentite parlare entrambe, mentre, Bruto, questa che ha sposato Scipione l'hai sentita, credo, a volte an-che
tu. ? ?S?, e volentieri;? disse Bruto ?e tanto pi? volentieri, perch? era figlia di Lucio Crasso.?
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