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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Brutus, 259
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originale
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[259] T. Flamininum, qui cum Q. Metello consul fuit, pueri vidimus: existumabatur bene Latine, sed litteras nesciebat. Catulus erat ille quidem minime indoctus, ut a te paulo est ante dictum, sed tamen suavitas vocis et lenis appellatio litterarum bene loquendi famam confecerat. Cotta, qui se valde dilatandis litteris a similitudine Graecae locutionis abstraxerat sonabatque contrarium Catulo, subagreste quiddam planeque subrusticum, alia quidem quasi inculta et silvestri via ad eandem laudem pervenerat. Sisenna autem quasi emendator sermonis usitati cum esse vellet, ne a C. Rusio quidem accusatore deterreri potuit quominus inusitatis verbis uteretur.
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traduzione
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259 Quando eravamo ragazzi, abbiamo visto Tito Flaminino, che fu console insieme a Quinto Metello; aveva
fama di parlare un bel latino, ma era ignaro di lettere. Catulo, lui non era per niente privo di cultura, come ? stato detto
da te poco fa, ma tuttavia erano state la voce gradevole e la dolce pronuncia a procurargli la fama di parlare bene. Cotta
aveva voluto discostarsi dalla somiglianza con la parlata greca allargando parecchio la pronuncia, e aveva un accento opposto a quello di Catulo, con un qualcosa d? campagnolo e di francamente contadinesco: era arrivato per un'altra via,
come incolta e silvestre, a godere della stessa reputazione. Sisenna, poi, voleva essere quasi il riformatore della lin gua
usuale, e nemmeno dall'accusatore Gaio Rusio si lasci? scoraggiare dall'impiegare parole inusitate.?
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