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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Brutus, 280
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originale
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[280] C. Curionem te, inquit Brutus, et C. Licinium Calvum arbitror dicere.
Recte, inquam, arbitraris; quorum quidem alter [quod verisimile dixisset] ita facile soluteque verbis volvebat satis interdum acutas, crebras quidem certe sententias, ut nihil posset ornatius esse, nihil expeditius. atque hic parum a magistris institutus naturam habuit admirabilem ad dicendum; industriam non sum expertus, studium certe fuit. qui si me audire voluisset, ut coeperat, honores quam opes consequi maluisset.
Quidnam est, inquit, istuc? et quem ad modum distinguis?
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traduzione
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280 ?Penso? fece Bruto ?che tu voglia dire Gaio Curione e Gaio Lic?nio Calvo.? ?Pensi bene;? dissi; ?al primo,
le idee talora notevolmente fini, e comunque senz'altro abbondanti, fluivano di bocca in parole di tale facilit? e
scioltezza, che niente poteva esserci di pi? elegante e di pi? spedito. Con una ben scarsa formazione di scuola, aveva
uno straordinario talento naturale per l'eloquenza; della sua attivit? non ho esperienza diretta; impegno e passione ne
ebbe senz'altro. Se avesse voluto darmi ascolto, come aveva incominciato a fare, avrebbe mirato agli onori delle
magistrature piuttosto che alla potenza.? ?Che vuol dire questo?? fece. ?E come fai questa distinzione??
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