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autore
brano
 
Cicerone
Brutus, 293
 
originale
 
[293] Quorsus, inquam, istuc? non enim intellego. Quia primum, inquit, ita laudavisti quosdam oratores ut imperitos posses in errorem inducere. equidem in quibusdam risum vix tenebam, cum Attico Lysiae Catonem nostrum comparabas, magnum mercule hominem vel potius summum et singularem virum--nemo dicet secus--sed oratorem? sed etiam Lysiae similem? quo nihil potest esse pictius. bella ironia, si iocaremur; sin adseveramus, vide ne religio nobis tam adhibenda sit quam si testimonium diceremus.
 
traduzione
 
293 ?Dove vai a parare?? dissi. ?Proprio non capisco.? A che in primo luogo? disse ?hai tanto elogiato certi oratori, da poter indurre in errore gli inesperti. Certo nel caso di alcuni quasi non riuscivo a tenere il riso, come quando paragonavi all'attico Lisia il nostro Catone, un grand'uomo, caspita!, o piuttosto una personalit? somma ed eccezionale - nessuno dir? diversamente -, ma oratore?! E per di pi? simile a Lisia? Ma se questi ha un colorito che non trova confronti! Sarebbe una forma proprio carina di ironia, se stessimo scherzando; ma se parliamo sul serio, vedi se da parte nostra non sia necessaria altrettanta scrupolosit? che se stessimo rendendo una testimonianza.
 

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