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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Brutus, 296
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originale
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[296] Carbonem in summis oratoribus habitum scio; sed cum in ceteris rebus tum in dicendo semper, quo iam nihil est melius, id laudari qualecumque est solet. dico idem de Gracchis, etsi de eis ea sunt a te dicta, quibus ego adsentior. omitto ceteros; venio ad eos in quibus iam perfectam putas esse eloquentiam, quos ego audivi sine controversia magnos oratores, Crassum et Antonium. de horum laudibus tibi prorsus adsentior, sed tamen non isto modo: ut Polycliti doryphorum sibi Lysippus aiebat, sic tu suasionem legis Serviliae tibi magistram fuisse; haec germana ironia est. cur ita sentiam non dicam, ne me tibi adsentari putes.
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traduzione
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296 Carbone, lo so che ? stato considerato uno tra i pi? grandi oratori; ma, nell'elo quenza come in ogni altra cosa,
si ha sempre l'abitudine di elogiare, quale che sia, ci? di cui al momento non c'? di meglio. Lo stesso dico dei Gracchi,
anche se su di loro hai detto cose che mi trovano consenziente. Trala scio gli altri, e vengo a quelli con i quali tu ritieni
che l'eloquenza abbia ormai raggiunto piena maturit? Crasso e Antonio, che io stesso ho potuto ascoltare, e che furono,
senza contestazione, dei grandi oratori. Sugli elogi che hai fatto di loro, sono certo d'accordo con te; e tuttavia, non in
codesto modo: come Lisippo diceva del doriforo di Policleto," hai detto che ti ? stato maestro il discorso in favore della
legge Servilia;"' questa ? ironia bell'e buona. Non dir? perch? io la pensi cos?: non voglio che tu creda che intendo
adularti.
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