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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Brutus, 297
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originale
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[297] Omitto igitur quae de his ipsis, quae de Cotta, quae de Sulpicio, quae modo de Caelio dixeris. hi enim fuerunt certe oratores; quanti autem et quales tu videris. nam illud minus curo, quod congessisti operarios omnes; ut mihi videantur mori voluisse nonnulli, ut a te in oratorum numerum referrentur.
Haec cum ille dixisset: longi sermonis initium pepulisti, inquam, Attice, remque commovisti nova disputatione dignam, quam in aliud tempus differamus.
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traduzione
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297 Tralascio dunque quel che hai detto sempre di loro, poi di Cotta, di Sulpicio, e da ultimo di Celio. Costoro,
infatti, sono stati senza dubbio degli oratori; di quanto e quale talento, vedilo tu. Il fatto, invece, che tu abbia ammassato
tutti i manovali dell'eloquenza, quello lo lascio stare; mi vien da pensare che pi? d'uno avr? voluto morire, per esser
messo da te nel novero degli oratori. ? Finito che ebbe, osservai: ?Quanto hai detto, Attico, d? lo spunto per un lungo
ragionamento; hai sollevato una questione che sarebbe meritevole di una nuova discussione: ques ta rimandiamola a un
altro momento.
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