[316] adsiduissime autem mecum fuit Dionysius Magnes; erat etiam Aeschylus Cnidius, Adramyttenus Xenocles. hi tum in Asia rhetorum principes numerabantur. quibus non contentus Rhodum veni meque ad eundem quem Romae audiveram Molonem adplicavi cum actorem in veris causis scriptoremque praestantem tum in notandis animadvertendisque vitiis et instituendo docendoque prudentissimum. is dedit operam, si modo id consequi potuit, ut nimis redundantis nos et supra fluentis iuvenili quadam dicendi impunitate et licentia reprimeret et quasi extra ripas diffluentis coerceret. ita recepi me biennio post non modo exercitatior sed prope mutatus. nam et contentio nimia vocis resederat et quasi deferverat oratio lateribusque vires et corpori mediocris habitus accesserat.
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316 Pi? di ogni altro mi stette per? al fianco Dionisio di Magnesia; e cos? facevano anche Eschilo di Cnido, e
Senocle di Adramitteo." Questi venivano allora considerati in Asia i retori di maggior spicco. Non accontentandomi di
loro," mi recai a Rodi, e mi detti a seguire con zelo quello stesso Molone" che avevo potuto ascoltare a Roma: oltre a
essere un avvocato di cause reali," e uno scrittore valente, aveva acume e competenza grandissime nel cogliere e nel
censurare i difetti, e nel formare gli allievi con i suoi insegnamenti. Egli si adoper? - basta che ci sia riuscito! - a
contenere la mia eccessiva ridondanza, il mio traboccare - che derivavano da una certa giovanile mancanza di ritegno e
di freni -, e ad arginare il flutto che, diciamo cos?, dilagava fuori dalle sponde. Cos?, due anni dopo, me ne tornai non
solo meglio addestrato, ma quasi trasformato. Difatti si era placata la troppa concitazione della voce, la mia eloquenza
era, per cos? dire, sbollita, i miei polmoni avevano riacquistato vigore, e nel corpo mi ero fatto moderatamente pi?
pieno.
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