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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Brutus, 331
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originale
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[331] Sed in te intuens, Brute, doleo, cuius in adulescentiam per medias laudes quasi quadrigis vehentem transversa incurrit misera fortuna rei publicae. hic me dolor tangit, haec me cura sollicitat et hunc mecum socium eiusdem et amoris et iudici. tibi favemus, te tua frui virtute cupimus, tibi optamus eam rem publicam in qua duorum generum amplissumorum renovare memoriam atque augere possis. tuum enim forum, tuum erat illud curriculum, tu illuc veneras unus, qui non linguam modo acuisses exercitatione dicendi, sed et ipsam eloquentiam locupletavisses graviorum artium instrumento et isdem artibus decus omne virtutis cum summa eloquentiae laude iunxisses.
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traduzione
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331 Ma se alzo lo sguardo su di te, Bruto, mi dolgo che la sventurata sorte dello stato sia bruscamente venuta a
mettersi d'inciampo alla tua giovinezza, che avanzava, come su una quadriga, in mezzo alle lodi. Questo ? il dolore che
mi tocca, questa la preoccupazione che mi angustia; e cos? ? per costui," che con me condivide lo stesso affetto e la
stessa stima. A te va tutto il nostro favore: desideriamo che tu goda appieno del frutto delle tue doti, auspichiamo per te
una situazione politica in cui tu possa rinnovare e accrescere la memoria di due casate illustrissime." Tuo era infatti il
foro, tua quella lizza, tu solo ti eri presentato l? in possesso non solamente di una lingua resa agile dall'esercizio: avevi
anche provveduto l'eloquenza del corredo di pi? austere discipline," e grazie proprio a queste avevi unito ogni splendore
di virt? con la pi? grande gloria di eloquenza.
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