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Ovidio


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autore
brano
 
Cesare
De bello civili III,84
 
originale
 
[84] Re frumentaria praeparata confirmatisque militibus et satis longo spatio temporis a Dyrrachinis proeliis intermisso, quo satis perspectum habere militum animum videretur, temptandum Caesar existimavit, quidnam Pompeius propositi aut voluntatis ad dimicandum haberet. Itaque exercitum ex castris eduxit aciemque instruxit, primum suis locis pauloque a castris Pompei longius, continentibus vero diebus, ut progrederetur a castris suis collibusque Pompeianis aciem subiceret. Quae res in dies confirmatiorem eius exercitum efficiebat. Superius tamen institutum in equitibus, quod demonstravimus, servabat, ut, quoniam numero multis partibus esset inferior, adulescentes atque expeditos ex antesignanis electis ad pernicitatem armis inter equites proeliari iuberet, qui cotidiana consuetudine usum quoque eius generis proeliorum perciperent. His erat rebus effectum, ut equitum mille etiam apertioribus locis VII milium Pompeianorum impetum, cum adesset usus, sustinere auderent neque magnopere eorum multitudine terrerentur. Namque etiam per eos dies proelium secundum equestre fecit atque unum Allobrogem ex duobus, quos perfugisse ad Pornpeium supra docuimus, cum quibusdam interfecit.
 
traduzione
 
Provveduto al vettovagliamento e rincuorati i soldati, lasciato trascorrere dalla battaglia di Durazzo il tempo necessario per conoscere a sufficienza l'animo dei soldati, Cesare giudic? opportuno di saggiare l'intenzione e la volont? di Pompeo di combattere. E cos? condusse fuori dal campo l'esercito e lo schier? a battaglia, dapprima in posizioni favorevoli e alquanto lontano dal campo di Pompeo, poi, nei giorni seguenti, allontanandosi dal suo campo e schierando le truppe ai piedi dei colli occupati dai Pompeiani. La qual cosa rafforzava di giorno in giorno il morale del suo esercito. Tuttavia manteneva, per la cavalleria, la medesima disposizione di cui abbiamo detto: poich? i suoi cavalieri erano molto inferiori per numero ordin? che giovani e soldati armati alla leggera, scelti tra gli antesignani, con armi adatte alla velocit?, combattessero in mezzo ad essi, affinch? con un esercizio quotidiano acquisissero esperienza anche di questo genere di combattimento. Il risultato di ci? fu che un migliaio di cavalieri, impadronitisi della pratica, erano in grado, anche in campo aperto, di sostenere l'impeto di settemila pompeiani senza facilmente spaventarsi per la loro grande superiorit? numerica. E infatti in quei giorni combatt? con successo una battaglia equestre, uccidendo con alcuni altri Eco, uno dei due Allobrogi, che, come sopra abbiamo detto, si erano rifugiati presso Pompeo.
 

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