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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Svetonio
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Vita dei Cesari I (Cesare),28
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originale
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[28] Nec minore studio reges atque prouincias per terrarum orbem adliciebat, aliis captiuorum milia dono offerens, aliis citra senatus populique auctoritatem, quo uellent et quotiens uellent, auxilia submittens, superque Italiae Galliarumque et Hispaniarum, Asiae quoque et Graeciae potentissimas urbes praecipuis operibus exornans; donec, attonitis iam omnibus et quorsum illa tenderent reputantibus, Marcus Claudius Marcellus consul edicto praefatus, de summa se re publica acturum, rettulit ad senatum, ut ei succederetur ante tempus, quoniam bello confecto pax esset ac dimitti deberet uictor exercitus; et ne absentis ratio comitiis haberetur, quando nec plebi scito Pompeius postea abrogasset. acciderat autem, ut is legem de iure magistratuum ferens eo capite, quo petitione honorum absentis submouebat, ne Caesarem quidem exciperet per obliuionem, ac mox lege iam in aes incisa et in aerarium condita corrigeret errorem. nec contentus Marcellus prouincias Caesari et priuilegium eripere, re[t]tulit etiam, ut colonis, quos rogatione Vatinia Nouum Comum deduxisset, ciuitas adimeretur, quod per ambitionem et ultra praescriptum data esset.
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traduzione
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28 Non minore impegno ci metteva ad accattivarsi la simpatia dei re e di tutte le province della terra, ora mandando in dono migliaia e migliaia di prigionieri, ora, senza chiedere l'autorizzazione del Senato e del popolo, inviando truppe ausiliarie dove e tutte le volte che volessero e per di pi? abbellendo con opere insigni le pi? potenti citt? dell'Italia e della Gallia. Alla fine un po' tutti cominciarono a domandarsi, con un certo stupore, dove avesse intenzione di arrivare, e il console Marco Claudio Marcello, dopo aver annunciato con un editto che intendeva prendere provvedimenti nell'interesse dello Stato, fece un rapporto al Senato; vi si chiedeva di dare un successore a Cesare prima ancora che scadesse il suo tempo legale, perch?, conclusa ormai la guerra, doveva esservi la pace e si doveva congedare un esercito vittorioso. Sosteneva ancora che, per le elezioni, non si doveva tener conto della sua candidatura mentre era assente, dal momento che Pompeo, in seguito, aveva abrogato lo stesso plebiscito. Era accaduto infatti che Pompeo, presentando una legge sullo stato giuridico dei magistrati, vi aveva introdotto un articolo che impediva agli assenti di concorrere alle cariche, e si era dimenticato di fare almeno un'eccezione in favore di Cesare; pi? tardi aveva corretto la dimenticanza, ma quando ormai la legge era gi? incisa nel bronzo e conservata presso il Tesoro. Marcello, non contento di togliere a Cesare sia le province, sia i privilegi, propose anche di revocare la cittadinanza a quei coloni che aveva stanziato a Novo Como in forza della legge Vatinia: sosteneva che era stata concessa con intenzioni demagogiche e al di l? delle prescrizioni della legge.
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