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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Svetonio
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Vita dei Cesari II (Augusto),42
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originale
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[42] Sed ut salubrem magis quam ambitiosum principem scires, querentem de inopia et caritate vini populum severissima coercuit voce: satis provisum a genero suo Agrippa perductis pluribus aquis, ne homines sitirent. Eidem populo promissum quidem congiarium reposcenti bonae se fidei esse respondit; non promissum autem flagitanti turpitudinem et impudentiam edicto exprobravit affirmavitque non daturum se quamvis dare destinaret. Nec minore gravitate atque constantia, cum proposito congiario multos manumissos insertosque civium numero comperisset, negavit accepturos quibus promissum non esset, ceterisque minus quam promiserat dedit, ut destinata summa sufficeret. Magno vero quondam sterilitate ac difficili remedio cum venalicias et lanistarum familias peregrinosque omnes exceptis medicis et praeceptoribus partimque servitiorum urbe expulisset, ut tandem annona convaluit, impetum se cepisse scribit frumentationes publicas in perpetuum abolendi, quod earum fiducia cultura agrorum cessaret; neque tamen perseverasse, quia certum haberet posse per ambitionem quandoque restitui. Atque ita posthac rem temperavit, ut non minorem aratorum ac negotiantium quam populi rationem deduceret.
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traduzione
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42 Ma ecco una prova che era un principe dedito pi? al bene pubblico che alla ricerca della popolarit?: una volta che il popolo si lamentava della mancanza di vino e del suo prezzo, lo redargu? severamente dicendo che suo genero Agrippa, con la costruzione di molti acquedotti aveva provveduto sufficientemente perch? nessuno avesse sete. Un'altra volta al popolo che reclamava una distribuzione di denaro che aveva promesso, rispose che egli era di parola, ma quando, sempre il popolo, ne sollecit? una che non aveva promesso, in un editto gli rimprover? la sua disdicevole impudenza e afferm? che non avrebbe dato niente anche se si fosse proposto di farlo. Non fu meno rigoroso e meno deciso quando scopr? che, all'annuncio di una distribuzione di denaro, molti schiavi erano stati liberati ed inseriti nella lista dei cittadini: in quella occasione dichiar? che non avrebbero ricevuto niente coloro ai quali non era stato promesso niente, mentre agli altri assegn? meno di quanto aveva promesso, per far bastare la somma stanziata. Durante una terribile carestia, difficile da fronteggiare, aveva espulso da Roma tutti gli schiavi da vendere, i gladiatori e gli stranieri, ad eccezione dei medici, dei professori e di una parte dei servi e finalmente migliorarono i vettovagliamenti, egli stesso scrive di aver pensato di sopprimere per sempre la distribuzione pubblica di frumento, perch? il popolo, facendo affidamento su quella, andava abbandonando la coltivazione dei campi, ma di non aver insistito perch? era sicuro di poter un giorno ripristinarla per desiderio di popolarit?. E cos? da allora in poi regol? le distribuzioni in modo da difendere gli interessi degli agricoltori e dei commercianti non meno di quelli del popolo.
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