[46] Ad hunc modum urbe urbanisque rebus administratis Italiam duodetriginta coloniarum numero deductarum a se frequentavit operibusque ac vectigalibus publicis plurifariam instruxit, etiam iure ac dignatione urbi quodam modo pro parte aliqua adaequavit excogitato genere suffragiorum, quae de magistratibus urbicis decuriones colonici in sua quisque colonia terrent et sub die comitiorum obsignata Romam mitterent. Ac necubi aut honestorum de ficeret copia aut multitudinis suboles, equestrem militiam petentis etiam ex commendatione publica cuiusque oppidi ordinabat, at iis, qui e plebe regiones sibi revisenti filios filiasve approbarent, singula nummorum milia pro singulis dividebat.
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46 Regolato in tal modo tutto ci? che riguardava Roma e la sua amministrazione, Augusto popol? l'Italia di ventotto colonie, da lui stesso fondate, e in pi? luoghi fece costruire monumenti pubblici e organizzare uffici tributari; riconobbe anche, in una certa maniera e in certa misura, la loro importanza attribuendo diritti uguali a quelli di Roma, perch? ide? un genere di votazioni che permettesse ai decurioni delle colonie di votare, ciascuno nella propria citt?, per l'elezione dei magistrati di Roma, e di far pervenire la loro preferenza nella capitale, il giorno delle elezioni, in plico sigillato. Per incoraggiare dappertutto le persone meritevoli e le famiglie numerose, concedeva il grado equestre a chiunque lo chiedesse, anche con semplice raccomandazione ufficiale della citt? di ciascuno e quando visitava le regioni d'Italia, distribuiva mille sesterzi a testa a tutti quelli dei pleblei che dimostravano di avere figli maschi o femmine.
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