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Mittente:
Bukowski
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Data:
10/04/2002 21.26.36
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Eutropio: fine della II guerra punica.
Anno quarto decimo posteaquam in Italiam Hannibal venerat, Scipio, qui multa bene in Hispania egerat, consul est factus et in Africam missus. Cui viro divinum quiddam inesse existimabatur, adeo ut putaretur etiam cum numinibus habere sermonem. Is in Africa contra Hannonem, ducem Afrorum, pugnat; exercitum eius interficit. Secundo proelio castra capit cum quattuor milibus et quingentis militibus, XI milibus occisis. Syphacem, Numidiae regem, qui se Afris coniunxerat, capit et castra eius invadit. Syphas cum nobilissimis Numidis et infinitis spoliis Romam a Scipione mittitur. Qua re audita omnis fere Italia Hannibalem deserit. Ipse a Carthaginiensibus redire in Africam iubetur, quam Scipio vastabat. Ita anno septimo decimo ab Hannibale Italia liberata est. Legati Carthaginiensium pacem a Scipione petiverunt; ab eo ad senatum Romam missi sunt. Senatus ex arbitrio Scipionis pacem iussit cum Carthaginiensibus fieri. Scipio his condicionibus dedit: ne amplius quam triginta naves haberent, ut quigenta milia pondo argenti darent, captivos et perfugas redderent.
Eran passati 14 anni dalla venuta di Annibale in Italia, quando Scipione [lett. nel 14esimo anno dopo che Annibale era giunto in Italia, Scipione] - che aveva dato ottima prova di s? [lett. che aveva compiuto molte (imprese) in modo ineccepibile (bene)] in Ispagna - fu fatto console ed inviato in Africa. Si credeva che in quell'uomo albergasse [inesse; regge il dat.] un qualcosa [quiddam] di divino, a tal punto che si credeva che addirittura [etiam] avesse un "filo diretto" con gli d?i.
Costui (dunque) combatte [pugnat, presente storico-narrativo, come molti di quelli che seguono] in Africa contro Annone, condottiero (appunto) degli Afri, e ne sbaraglia l'esercito. In un ulteriore [lett. secondo] scontro, espugna l'accampamento, (catturando) 4500 soldati, uccidendone 11mila. Fa prigioniero Siface, re della Numidia, che si era alleato con gli Afri, e ne invade l'accampamento. Siface - insieme con personaggi numidi di spicco ed un inestimabile bottino di guerra [infinitis spoliis] - viene fatto pervenire da Scipione a Roma.
Venuto a conoscenza di ci?, praticamente ogni alleato italiano Annibale abbandona Annibale [lett. quasi tutta l'Italia]; (Annibale) stesso riceve l'ordine, dai Cartaginesi, di tornare in Africa, che (in quel frattempo) Scipione stava mettendo a ferro e fuoco. E cos?, dopo (ben) 17 anni [lett. nel 17esimo anno], l'Italia venne liberata da(llo stanziamento di) Annibale. Gli ambasciatori (dei) Cartaginesi impetrarono [peto regge, dunque, a/ab + abl. della persona cui si chiede] la pace a Scipione; (da parte sua), Scipione li riinvi? a Roma, al Senato [lett. ? passivo: furono inviati da lui?]. Il Senato, secondo il volere di Scipione, accord? che si stipulasse la pace [fieri pacem] con i Cartaginesi. Scipione dett? le seguenti condizioni (alla pace): che (i Cartaginesi) non avessero (una flotta costituita da) pi? di 30 navi, che versassero (come riscatto) 500mila libbre d'argento, che restituissero prigionieri e disertori.
Trad. Bukowski
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• traduzione x vincaprio
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