Data:
11/04/2002 19.48.08
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In Alcibiade sembra che la natura abbia sperimentato quello che pu? compiere. E' risaputo, infatti, da chiunque [lett. tra tutti] che nessuno lo super? [lett. fu pi? eccellente di lui] tanto nei vizi quanto nelle virt?. Nato in una grandissima citt? da nobilissima famiglia, di gran lunga il pi? bello tra tutti quelli della sua et?, abile in tutte le attivit? e tanto facondo [disertus] da esser considerato tra i primi nell'arte della parola, perch? cos? grande era il pregio del suo linguaggio che nessuno poteva resistergli. Quando le circostanze lo richiedevano [cum tempus posceret], era operoso, tenace, generoso, davvero signorile non meno nella vita pubblica che in quella privata; affabile, piacevole, ingegnosamente accondiscendente nelle varie situazioni. Ma lui medesimo, non appena si rilassava e non aveva impegni politici che lo occupavano, si mostrava dissoluto, sregolato, sfrenato, smodato, cos? che tutti si meravigliavano che in un solo uomo ci fosse una cos? grande dissomiglianza di comportamenti e una natura cos? dissimile. Ebbe tanti e tali doni [bona, cose buone] dalla sorte o dalla natura, che nessuno avrebbe potuto immaginare pi? ricchezze n? ottenerne di maggiori.
Trad. Bukowski
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