Data:
15/04/2002 23.30.19
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Eutropio, Breviarium, II, 20 [le traduzioni sono sotto gli originali] [20] Quinto anno Punici belli, quod contra Afros gerebatur, primum Romani C. Duillio et Cn. Cornelio Asina consulibus in mari dimicaverunt paratis navibus rostratis, quas Liburnas vocant. Consul Cornelius fraude deceptus est. Duillius commisso proelio Carthaginiensium ducem vicit, triginta et unam naves cepit, quattuordecim mersit, septem milia hostium cepit, tria milia occidit. Neque ulla victoria Romanis gratior fuit, quod invicti terra iam etiam mari plurimum possent. C. Aquilio Floro L. Scipione consulibus Scipio Corsicam et Sardiniam vastavit, multa milia inde captivorum adduxit, triumphum egit.
Nel quinto anno della guerra punica, combattuta contro i Cartaginesi [i cartaginesi, per i romani, erano gli afri per eccellenza], per la prima volta - (e fu) durante il consolato di C. Duillio e Cornelio Asina - i Romani affrontarono una guerra per mare, dopo aver allestito delle navi munite di rostro [era un uncino che serviva per l'arrembaggio], dette Liburne. Il console Cornelio cadde vittima di un agguato. Duillio, ripreso il combattimento, sconfisse il condottiero cartaginese [lett. dei?], cattur? 31 navi, ne affond? 14, fece prigionieri 7000 nemici, ne uccise 3000. Invero, nessun'altra vitturia riusc? pi? gradita ai Romani, dato che - gi? invincibili sulla terra - oramai si dimostravano ferrati [ho reso cos?: possent plurimum] anche per mare. Sotto il consolato di Aquilio Floro e L. Scipione, Scipione mise a ferro e fuoco [vastavit] la Corsica e la Sardegna, fece molte migliaia di prigionieri, merit? il trionfo [parata trionfale concessa ai grandi condottieri].
Eutropio, Breviarium, III, 15 [15] Interea ad Hispanias, ubi occisis duobus Scipionibus nullus Romanus dux erat, P. Cornelius Scipio mittitur, filius P. Scipionis, qui ibidem bellum gesserat, annos natus quattuor et viginti, vir Romanorum omnium et sua aetate et posteriore tempore fere primus. Is Carthaginem Hispaniae capit, in qua omne aurum, argentum et belli apparatum Afri habebant, nobilissimos quoque obsides, quos ab Hispanis acceperant. Magonem etiam, fratrem Hannibalis, ibidem capit, quem Romam cum aliis mittit. Romae ingens laetitia post hunc nuntium fuit. Scipio Hispanorumn obsides parentibus reddidit; quare omnes fere Hispaniae uno animo ad eum transierunt. Post quae Hasdrubalem, Hannibalis fratrem, victum fugat et praedam maximam capit.
Intanto, in Ispagna, dove - dopo la morte dei due Scipioni - non c'era rimasto alcun condottiero romano, viene spedito P. Cornelio Scipione, figlio 24enne di P. Scipione, che aveva gi? combattuto in quei luoghi, praticamente [fere] l'eroe romano per eccellenza [primus] non solo del suo tempo, ma anche delle successive generazioni. Costui espugn? Cartagena di Spagna [o "Nuova cartagine", omonima di quella africana], nella quale i Cartaginesi avevano tutto l'oro, l'argento e l'apparato bellico (a disposizione), nonch? ostaggi appartenenti alla nobilt? [ho parafrasato cos?: "nobilissimos"], che avevano catturato dagli Ispani. Cattur? anche Magone, fratello di annibale, e lo mand? a Roma [acc. sempl. moto a luogo perch? nome citt?] insieme con gli altri. A Roma [abl. sempl. stato in luogo perch? nome citt?] s'accolse con enorme sollievo [lett. ci fu una grande gioia dopo?] questa notizia. Scipione restitu? i prigionieri degli Ispanici ai familiari: per il qual motivo, praticamente tutta la popolazione spagnola, di sana pianta, pass? dalla sua parte. Dopo questi fatti, (Scipione) mette in fuga, (dopo averlo) sconfitto, Asdrubale, fratello di Annibale e conquista un enorme bottino.
Trad. Bukowski
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