Data:
16/04/2002 14.37.00
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Caro Nepote, mi pare di aver notato che fra le azioni e le parole degli uomini e delle donne alcune sono pi? famose, altre pi? grandi. In questa opinione mi conferm? il racconto che Fannia mi fece ieri. ? costei la nipote di quell'Arria, che fu di conforto e di esempio al marito nel morire. Molte cose mi narrava della nonna sua, non meno grandi di questa, ma meno note; e ritengo che appariranno a te altrettanto degne di ammirazione nel leggerle, quanto lo furono a me nell'udirle. Cecina Peto, suo marito, era malato; parimenti era malato il figlio, e ambedue, a quel che pareva, mortalmente. Venne a morte il figliolo, di una rara bellezza, di pari modestia, e caro ai genitori per tutte le sue qualit?, ancor pi? che per esser loro figlio. Essa prepar? i funerali del figliolo e ne guid? l'accompagnamento funebre, in modo tale che il marito non si accorgesse di nulla: si che quando entrava nella camera di lui faceva credere che il figlio vivesse e stesse meglio, e interrogata sovente su ci? che faceva il ragazzo, rispondeva: ?Ha riposato bene, ha preso volentieri il cibo?. Quando le lacrime a lungo represse stavano per aver ragione e prorompere, usciva dalla camera: allora dava sfogo al proprio dolore; dopo esser si sfogata, asciugati gli occhi, ricomposto il volto, rientrava, come lasciando fuor dall'uscio il proprio lutto. Fu certo famoso quell'altro gesto suo: stringere il pugnale, immergerlo nel petto, estrarre la lama, porgere l'arma al marito, soggiungendo un detto divenuto immortale e quasi divino: ?Peto, non fa male?. Tuttavia facendo e dicendo ci? essa aveva dinanzi agli occhi la gloria e l'immortalit?; ? ancor pi? grande, senza il premio dell'immortalit?, senza il premio della gloria, nascondere le lacrime, comprimere il dolore e continuare a comportarsi come madre di un figlio che non ? pi?. Scriboniano aveva preso le armi in Illiria contro Claudio; Peto aveva parteggiato per lui e dopo la morte di Scriboniano era stato tratto prigioniero a Roma. Stava per salir sulla nave; Arria pregava i soldati di farla salire con lui. ?Bisogna pure? disse ?che a un ex Console si dia qualche schiavo, perch? gli serva il cibo, lo vesta, lo calzi; io far? da sola tutti questi servizi.? Non l'ottenne: noleggi? una barca da pesca e tenne dietro con quel guscio al grande vascello. Fu ancor lei, dinnanzi a Claudio, a dire alla moglie di Scriboniano, che stava per far delle rivelazioni: ?Come posso io ascoltar te, fra le cui braccia fu ucciso Scriboniano, e che ancor vivi??. Da ci? risulta che la decisione della sua nobilissima morte non fu improvvisata. Anzi, implorandola Trasea, genero suo, di non darsi la morte, dicendole fra l'altro: ?Vorresti allora che tua figlia, se mi toccasse di morire, morisse con me??, essa rispose: ?Se avesse vissuto con te cos? a lungo e in tanta concordia come io con Peto, lo vorrei?. Questa risposta accrebbe l'inquietudine dei familiari; la sorvegliarono pi? attentamente; se ne accorse, e: ?Perdete il tempo,? disse ?potete far s? che mi sia difficile morire, ma non potete far s? che non muoia?. E pronunziando tali parole balz? dalla sedia, con gran forza diede del capo contro la opposta parete e cadde riversa. Come si riebbe, disse: ?Vi avevo avvertito che avrei trovato qualsiasi doloroso mezzo per ottenere la morte, se me ne aveste negato uno facile?. Non ti sembra che tutti questi tratti sian pi? grandi di quel: ?Peto, non fa male?, cui essa ? arrivata attraverso tali precedenti? Eppure quelle parole hanno raggiunto una fama immensa, delle altre nessuno parla. Dal che si dimostra ci? che io dissi al principio, che alcuni fatti sono pi? famosi, altri pi? grandi. Addio.
Trad. BUR
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