Data:
16/04/2002 21.59.56
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Virgilio, Georgiche, 1-43 [la traduzione ? sotto il testo latino]
Quid faciat laetas segetes, quo sidere terram uertere, Maecenas, ulmisque adiungere uitis conueniat, quae cura boum, qui cultus habendo sit pecori, apibus quanta experientia parcis, hinc canere incipiam. uos, o clarissima mundi 5 lumina, labentem caelo quae ducitis annum; Liber et alma Ceres, uestro si munere tellus Chaoniam pingui glandem mutauit arista, poculaque inuentis Acheloia miscuit uuis; et uos, agrestum praesentia numina, Fauni 10 (ferte simul Faunique pedem Dryadesque puellae: munera uestra cano); tuque o, cui prima frementem fudit equum magno tellus percussa tridenti, Neptune; et cultor nemorum, cui pinguia Ceae ter centum niuei tondent dumeta iuuenci; 15 ipse nemus linquens patrium saltusque Lycaei Pan, ouium custos, tua si tibi Maenala curae, adsis, o Tegeaee, fauens, oleaeque Minerua inuentrix, uncique puer monstrator aratri, et teneram ab radice ferens, Siluane, cupressum: 20 dique deaeque omnes, studium quibus arua tueri, quique nouas alitis non ullo semine fruges quique satis largum caelo demittitis imbrem. tuque adeo, quem mox quae sint habitura deorum concilia incertum est, urbisne inuisere, Caesar, 25 terrarumque uelis curam, et te maximus orbis auctorem frugum tempestatumque potentem accipiat cingens materna tempora myrto; an deus immensi uenias maris ac tua nautae numina sola colant, tibi seruiat ultima Thule, 30 teque sibi generum Tethys emat omnibus undis; anne nouum tardis sidus te mensibus addas, qua locus Erigonen inter Chelasque sequentis panditur (ipse tibi iam bracchia contrahit ardens Scorpius et caeli iusta plus parte reliquit); 35 quidquid eris (nam te nec sperant Tartara regem, nec tibi regnandi ueniat tam dira cupido, quamuis Elysios miretur Graecia campos nec repetita sequi curet Proserpina matrem), da facilem cursum atque audacibus adnue coeptis, 40 ignarosque uiae mecum miseratus agrestis ingredere et uotis iam nunc adsuesce uocari.
Cosa rende ridente la campagna, questo canter?, Mecenate, la stagione in cui si dissoda la terra, si legano agli olmi le viti; come si governa il bestiame, si allevano le greggi e l'esperienza che esigono le piccole api. Voi, voi luci splendide dell'universo che guidate nel cielo il corso dell'anno; e Libero e Cerere nutrice, se in grazia vostra sulla terra si mut? in spiga fertile la ghianda caonia e all'acqua d'Achel?o si mescol? il vino; e voi, Fauni, venite, dei che aiutate chi vive nei campi, venite insieme, Fauni e Driadi fanciulle: io canto i vostri doni. E tu, Nettuno, a cui la terra percossa dal grande tridente gener? (un fremito in corpo) il primo cavallo; tu, che abiti i boschi, e per tuo onore centinaia di candidi giovenchi brucano i cespugli in fiore di Ceo; e tu Pan, tu, custode di pecore, se veramente l'Arcadia ti ? cara, lascia i tuoi boschi sul monte Liceo e vieni in pace fra noi. Anche tu, Minerva, che generasti l'ulivo, e tu, fanciullo, che foggiasti il vomere curvo dell'aratro, tu, Silvano, che rechi un virgulto sradicato di cipresso; tutti voi venite, dei, dee, che con amore proteggete le colture nei campi, nutrite le erbe nate per natura e inviate dal cielo la pioggia necessaria ai seminati. E tu sopra tutti, Cesare, di cui solo ignoriamo in quale consesso divino sarai accolto dopo questa vita, se sceglierai di proteggere le citt?, di assistere la terra, se l'universo infinito ti assumer?, incoronato col mirto di Venere, creatore e signore di messi e tempeste; o se dio diverrai del mare immenso sino all'estremo limite di Tule, unica divinit? sacra ai marinai, e Teti ti vorr? genero col dono di tutte le onde; o se nei giorni pi? lunghi dell'anno ti aggiungerai nuovo astro in cielo l? dove uno spazio si apre tra Er?gone e le chele vicine (e in fiamme Scorpione gi? ritrae le braccia per lasciarti pi? del luogo dovuto). Ma di questi chiunque diverrai (poich? non pu? sperare di averti re l'Averno, n? che ti colga il desiderio atroce di regnarvi, anche se la Grecia ammira i campi Elisi e Proserpina rifiut? di seguire la madre che a lungo la sollecitava), concedimi facile avvio, asseconda l'audacia della mia impresa e per piet? dei coloni smarriti cammina al mio fianco, ab?tuati fin d'ora a essere invocato.
Trad. database progettovidio
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