Data:
16/04/2002 22.49.34
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Quando Alessandro spir?, nel fiore della sua giovinezza, in tutta Babilonia, e da tutti, fu osservato un religioso silenzio. D'altra parte, le popolazioni sconfitte [precedentemente da Alessandro] (all'inizio) non credettero alla notizia (della morte), perch? ritenevano il re - (effettivamente) mai sconfitto - immortale, tenendo conto del gran numero di volte in cui egli fosse scampato a pericoli mortali, e di quante volte, creduto morto, si fosse (alla fine) mostrato ai suoi (soldati) sano e salvo e vincitore. Tuttavia, quando la notizia della sua morte fu confermata, tutti i popoli stranieri, precedentemente soggiogati da lui, lo piansero non come un nemico, ma alla stregua di un familiare. La stessa madre del re Dario - che da una posizione di grande prestigio si era ritrovata ad essere schiava, ma che fino a quel giorno non aveva potuto dirsi scontenta, vista la buona disposizione del vincitore - si diede la morte, non perch? prediligesse il nemico al figlio, ma perch? nel(lo stesso) vincitore [ovvero, in Alessandro] aveva ritrovato la stessa disposizione alla piet? del (proprio) figlio. I Macedoni, invece, (paradossalmente) godevano d'aver perso Alessandro, ritenendolo non alla stregua di un concittadino o di un re tanto glorioso, bens? di un nemico, cui rimproveravano sia l'eccessiva severit?, sia i continui pericoli bellici (cui egli li sottoponeva).
Il saggio afferma di non risentire [lett. di non avere a noia] della povert?.
Il saggio non si vergogner? mai della (propria) povert?.
Forse che non vi pentite d'aver pronunciato parole cos? stolte?
Vi chiediamo un parere [quid sentiatis] su questo fatto. Ariovisto scongiurava Cesare di non attraversare il fiume.
Vi prego di aiutarmi.
I Galli inviarono degli ambasciatori a Cesare per chiedergli cosa dovessero fare.
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