Data:
17/04/2002 1.04.23
rispondi
al msg
nuovo
msg
cerca nel forum
torna
all'indice |
Igino, Fabulae.
TITANOMACHIA Postquam Iuno vidit Epapho ex pellice nato tantam regni potestatem esse, curat in venatu, ut Epaphus necetur, Titanosque hortatur, Iovem ut regno pellant et Saturno restituant. Hi cum conarentur in caelum ascendere, eos Iovis cum Minerva et Apolline et Diana praecipites in Tartarum deiecit. Atlanti autem, qui dux eorum fuit, caeli fornicem super umeros imposuit, qui adhuc dicitur caelum sustinere.
Quando si rese conto che Epafo, nato da un'amante (di Giove), era assurto ad una tale posizione di regalit?, Giunone si diede [lett. i tempi sono al presente; ma si tratta di presenti storici o narrativi, traducibili tranquillamente col passato; e cos? i seguenti] da fare per toglier di mezzo Epafo, e istig? i Titani a detronizzare Giove e a restituire lo scranno del potere a saturno. Giove - avvalendosi dell'aiuto di Minerva, apollo e Diana, li fece precipitare nel tartaro, mentre tentavano di scalare il cielo.
AESCULAPIUS Aesculapius Apollinis filius Glauco Minois filio vitam reddidisse sive Hippolyto dicitur, quem Iuppiter ob id fulmine percussit. Apollo quod Iovi nocere non potuit, eos, qui fulmina fecerunt, id est Cyclopes, interfecit; quod ob factum Apollo datus est in servitutem Admeto regi Thessaliae.
Esculapio, figlio di Apollo, risuscit? Glauco, figlio di Minosse, e Ippolito: per questo motivo, Giove lo fulmin?. Apollo, non potendo colpire direttamente Giove, si vendic? uccidendo i forgiatori di saette, ovvero i Ciclopi. Per questo motivo, apollo fu condannato a servire, in qualit? di schiavo, Admeto, re tessalo.
NESSUS Nessus Ixionis et Nubis filius centaurus rogatus ab Deianira, ut se flumen Euhenum transferret: quam sublatam in flumine ipso violare voluit. Hoc Hercules cum intervenisset et Deianira cum fidem eius implorasset, Nessum sagittis confixit. Ille moriens, cum sciret sagittas hydrae Lernaeae felle tinctas quantam vim haberent veneni, sanguinem suum exceptum Deianirae dedit et id philtrum esse dixit; si vellet, ne se coniunx sperneret, eo iuberet vestem eius perungi. Id Deianira credens conditum diligenter servavit.
Il centauro Nesso, figlio di Issi?ne e della Nuvola (creata da Giove a somiglianza di Giunone), fu pregato da Deianira di traslarla sull'altra sponda del fiume Eveno. Ma rapitala, Nesso tent? di violentarla sulla stessa riva del fiume. Ercole, ivi sopraggiunto, e ascoltati i giuramenti di fedelt? di Deianira, trafisse Nesso con frecce (avvelenate). Nesso [ille], oramai agonizzante, essendo a conoscenza del fatto che quelle frecce traevano la loro forza letale poich? intinte nel sangue dell'Idra di Lerna (vedi), diede a Deianira un po' del proprio sangue, ch'era fuoriuscito, spacciandolo per un filtro (amoroso): se desiderava tener stretto a s? l'amato [lett. tal che il coniuge non si allontanasse da lei], ella avrebbe dovuto pregarlo [a Ercole] d'intriderne [con quel sangue] una sua veste: cascata nel tranello, Deianira custod? gelosamente il segreto [la leggenda continua dicendo che Ercole indoss? effettivamente la veste intrisa del sangue di Nesso, morendo avvelenato].
IOLE Hercules cum Iolen Euryti filiam in coniugium petiisset, ille eum repudiasset, Oechaliam expugnavit; qui ut a virgine rogaretur, parentes eius coram ea interficere velle coepit. Illa animo pertinacior parentes suos ante se necari est perpessa. Quos omnes cum interfecisset, Iolen captivam ad Deianiram praemisit.
Ercole, avendo chiesta in isposa Iole, figlia di Eurito, e rifiutato, espugn? Ecalia: per ottenere le suppliche della fanciulla, Ercole cominci? ad ucciderle i familiari davanti agli occhi: ma la fanciulla sopport? coraggiosamente la vista di quell'eccidio. Dopo il quale, Ercole costrinse Iole a servire Deianira.
trad. Bukowski
|