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18/04/2002 1.43.19
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Cicerone, Tusculane, V, 114
Democrito, una volta persa la vista, certamente non poteva pi? distinguere il bianco dal nero: per? poteva distinguere lo stesso il buono dal cattivo, il giusto dall'ingiusto, il morale dall'immorale, l'utile dal dannoso, il grande dal piccolo; e riusciva a vivere felice senza vedere la variet? dei colori, mentre non avrebbe potuto esserlo senza la conoscenza. Egli riteneva oltre tutto che la vista fisica disturbasse quella spirituale; e mentre gli altri spesso non vedono quello che hanno davanti, lui poteva spaziare per l'infinito, senza doversi arrestare di fronte a nessun limite. Dice la tradizione che anche Omero era cieco: ma la sua per noi ? pittura, non poesia. Qual ? la contrada, la riva marina, la localit? della Grecia, il tipo particolare di battaglia, lo schieramento di soldati, la manovra navale, il movimento d'uomini, di animali che egli non abbia dipinto in modo tale da farcelo vedere con gli occhi, lui che gli occhi non li aveva?
Trad. Mondadori
P.S.: sempre a disposizione
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