Data:
21/04/2002 14.42.06
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XI [la traduzione ? sotto l'originale latino]
Quid tibi uisa Chios, Bullati, notaque Lesbos, quid concinna Samos, quid Croesi regia Sardis, Zmyrna quid et Colophon? Maiora minoraue fama, cunctane prae Campo et Tiberino flumine sordent? 5 An uenit in uotum Attalicis ex urbibus una? An Lebedum laudas odio maris atque uiarum? Scis Lebedus quid sit: Gabiis desertior atque Fidenis uicus; tamen illic uiuere uellem, oblitusque meorum, obliuiscendus et illis, 10 Neptunum procul e terra spectare furentem. Sed neque qui Capua Romam petit, imbre lutoque aspersus uolet in caupona uiuere; nec qui frigus collegit, furnos et balnea laudat ut fortunatam plene praestantia uitam; 15 nec si te ualidus iactauerit Auster in alto, idcirco nauem trans Aegaeum mare uendas. Incolumi Rhodos et Mytilene pulchra facit quod paenula solstitio, campestre niualibus auris, per brumam Tiberis, Sextili mense caminus. 20 Dum licet ac uoltum seruat Fortuna benignum, Romae laudetur Samos et Chios et Rhodos absens. Tu quamcumque deus tibi fortunauerit horam grata sume manu neu dulcia differ in annum, ut quocumque loco fueris uixisse libenter 25 te dicas; nam si ratio et prudentia curas, non locus effusi late maris arbiter aufert, caelum, non animum mutant, qui trans mare currunt. Strenua non exercet inertia; nauibus atque quadrigis petimus bene uiuere. Quod petis, hic est, 30 est Vlubris, animus si te non deficit aequus.
11, a Bullazio Allora, Bullazio, che ne pensi di Chio, della tanto decantata Lesbo, dell'eleganza di Samo, della reggia di Creso a Sardi, e di Colofone, di Smirne? meglio o peggio della loro fama? Nessuna, proprio, che valga Tevere e Campo Marzio? o t'ha rapito il cuore una citt? di Attalo, e ti entusiasmi di L?bedo nauseato di viaggi e crociere? Sai L?bedo com'?: un villaggio pi? deserto di Gabi e Fidene; ma io l? vorrei vivere, dimenticando i miei, dimenticato da loro, e da riva guardare lontano il mare in burrasca. Certo nessuno si propone, fradicio di pioggia e fango da Capua verso Roma, di passare la vita in una bettola; nessuno, intirizzito dal freddo, ritiene il calore delle terme il culmine della felicit? terrena; neppure tu, se la violenza del vento t'avesse travolto in mezzo al mare, venderesti la nave, raggiunta la riva. Sano e salvo, la bellezza di Rodi e di Mitilene ti serve come d'estate un mantello o un perizoma quando tira aria di neve, un bagno nel Tevere d'inverno o un braciere nel mese d'agosto. Finch? ? possibile e la fortuna ti sorride, Samo, Chio e Rodi ? bene lodarle da lontano, a Roma. Qualunque ora lieta ti concedano gli dei prendila con riconoscenza, non rimandarne di anno in anno le gioie, e si possa dire che in ogni situazione sei vissuto volentieri. Se la logica della saggezza, e non i luoghi che dominano la distesa del mare, allontana gli affanni, chi solca il mare muta cielo, non natura. Un'inquietudine impotente ci tormenta e andiamo per acque e terre inseguendo la felicit?. Ma ci? che insegui ? qui, a ?lubre, se non ti manca la ragione.
Trad. database progettovidio
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