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23/04/2002 13.36.59
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Marziale, Epigrammi, II 30 - V34
30 Mutua uiginti sestertia forte rogabam, quae uel donanti non graue munus erat: quippe rogabatur felixque uetusque sodalis et cuius laxas arca flagellat opes. 5 Is mihi 'Diues eris, si causas egeris' inquit. Quod peto da, Gai: non peto consilium.
Per puro caso in prestito chiedevo ventimila sesterzi a un tale per cui, a farne dono, non era un regalo che pesasse: ch? vecchio amico egli era e facoltoso, il cui forziere preme e racchiude ricchezze smisurate. In risposta mi dice: ?Sarai ricco, se ti decidi a fare l'avvocato.? Tu, Gaio, dammi quel che chiedo, non un consiglio, che non t'ho richiesto.
34 Hanc tibi, Fronto pater, genetrix Flaccilla, puellam oscula commendo deliciasque meas, paruola ne nigras horrescat Erotion umbras oraque Tartarei prodigiosa canis. 5 Impletura fuit sextae modo frigora brumae, uixisset totidem ni minus illa dies. Inter tam ueteres ludat lasciua patronos et nomen blaeso garriat ore meum. Mollia non rigidus caespes tegat ossa nec illi, 10 terra, grauis fueris: non fuit illa tibi.
A te padre Frontone, a te madre Flaccilla affido questa bimba, bacio e delizia mia. Che la piccola e tenera Erotion non provi orrore per le ombre nere e per le bocche mostruose del tartareo cane. Avrebbe intero compiuto il sesto inverno, se fosse vissuta ancor sei giorni. Oh, ch'essa giuochi e folleggi tra i suoi patroni tanto vecchi e cinguetti il mio nome con la boccuccia ancora balbettante. Ricopra una zolla non dura le sue tenere ossa: tu, terra, non essere pesante su di lei: essa su di te pes? s? poco.
Trad. database progettovidio
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