Data:
23/04/2002 15.45.40
rispondi
al msg
nuovo
msg
cerca nel forum
torna
all'indice |
Cicerone, Tusculane, V, passim
Lo storico Diodoro, pur essendo cieco, si dedicava agli studi filosofici in modo addirittura molto pi? assiduo che in precedenza, e suonava la cetra secondo l'uso pitagorico, e si faceva leggere [lett. e a lui venivano letti] libri giorno e notte; ma egli faceva anche un'altra cosa, che senza la vista, parrebbe impossibile: insegnava geometria, indicando a voce ai suoi allievi il punto di partenza e la direzione che la linea tracciava [lett. da dove e per dove tracciare la linea]. Democrito, divenuto cieco, ovviamente non poteva pi? distinguere il bianco dal nero: tuttavia poteva (distinguere lo stesso) il buono dal cattivo, il giusto dall'ingiusto, il morale dall'immorale, l'utile dal dannoso, il grande dal piccolo; e riusciva a vivere felice (pur) senza vedere la variet? dei colori. Si tramanda che anche Omero era cieco: ma la sua per noi ? pittura, non poesia. Qual ? la contrada, la riva marina, la localit? della Grecia, il tipo particolare di battaglia non dipinta in modo tale da farcelo vedere con gli occhi, lui che gli occhi non li aveva? Allo stesso modo, l'indovino Tiresia - che i poeti raffigurano come saggio - non ? mai presentato nell'atto d'imprecare contro la propria cecit?. Mentre, invece, Omero fa discorrere Polifemo con un montone e (gli) fa lodare la propria cecit? - infatti lo aveva dipinto [Omero a Polifemo] rozzo e bestiale. Ma, di certo, il Ciclope non era pi? intelligente del suo montone.
Trad. Bukowski
|