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Mittente:
Bukowski
Re: Livio   stampa
Data:
23/04/2002 20.22.48




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Livio, storia di Roma, XXII, 5

[5] Consul perculsis omnibus ipse satis ut in re trepida impauidus, turbatos ordines, uertente se quoque ad dissonos clamores, instruit ut tempus locusque patitur, et quacumque adire audirique potest, adhortatur ac stare ac pugnare iubet: nec enim inde uotis aut imploratione deum sed ui ac uirtute euadendum esse; per medias acies ferro uiam fieri et quo timoris minus sit, eo minus ferme periculi esse. Ceterum prae strepitu ac tumultu nec consilium nec imperium accipi poterat, tantumque aberat ut sua signa atque ordines et locum noscerent, ut uix ad arma capienda aptandaque pugnae competeret animus, opprimerenturque quidam onerati magis iis quam tecti. Et erat in tanta caligine maior usus aurium quam oculorum. Ad gemitus uolnerum ictusque corporum aut armorum et mixtos strepentium pauentiumque clamores circumferebant ora oculosque. Alii fugientes pugnantium globo inlati haerebant; alios redeuntes in pugnam auertebat fugientium agmen. Deinde, ubi in omnes partes nequiquam impetus capti et ab lateribus montes ac lacus, a fronte et ab tergo hostium acies claudebat apparuitque nullam nisi in dextera ferroque salutis spem esse, tum sibi quisque dux adhortatorque factus ad rem gerendam, et noua de integro exorta pugna est, non illa ordinata per principes hastatosque ac triarios nec ut pro signis antesignani, post signa alia pugnaret acies nec ut in sua legione miles aut cohorte aut manipulo esset; fors conglobat et animus suus cuique ante aut post pugnandi ordinem dabat tantusque fuit ardor animorum, adeo intentus pugnae animus, ut eum motum terrae qui multarum urbium Italiae magnas partes prostrauit auertitque cursu rapidos amnes, mare fluminibus inuexit, montes lapsu ingenti proruit, nemo pugnantium senserit.


5. Il console, nello sbandamento generale, rimase abbastanza tranquillo nonostante il grave pericolo e, come lo consentivano tempo e luogo, cercava di riordinare le file scompigliate perch? ognuno si rivolgeva nelle diverse direzioni in cui sentiva risuonare grida. Dovunque pu? andare ed essere udito, esorta ed ordina di non retrocedere e di combattere. Diceva che l? non servivano voti agli d?i o suppliche; era con la forza e col valore che bisognava trarsi d'impaccio; serviva scavarsi con la spada la strada in mezzo alle schiere nemiche e tanto minore sarebbe stato il pericolo, quanto minore fosse stata la paura. Ma i Romani, ostacolati dallo strepito e dalla confusione, non erano in grado di intendere n? ordini n? esortazioni. A tal punto era loro difficile riconoscere le proprie insegne, le proprie file, la propria posizione, che quasi veniva meno il desiderio di prendere le armi e prepararle alla battaglia. Qualcuno, anzi, veniva sopraffatto perch? era appesantito dalle armi pi? che difeso da esse. In un simile offuscamento servivano pi? le orecchie che gli occhi. I Romani volgevano attorno i volti e gli occhi avvertendo i gemiti dei feriti, il cozzare dei corpi e delle armi e le urla frammiste di chi cercava di spaventare e di chi era spaventato. Alcuni cercavano di fuggire e si trovavano invischiati nel gruppo di combattenti in cui erano andati a ficcarsi mentre altri che tentavano di rigettarsi nella mischia venivano portati via dalla schiera di chi cercava scampo. Poi fu evidente che i tentativi, da qualsiasi parte fossero effettuati, erano inutili e che, con i monti e il lago sui fianchi e con i nemici davanti e dietro non c'era via di scampo. E l'unica speranza di salvezza risiedeva nella mano che impugnava la spada: allora ognuno divenne comandante e consigliere di se stesso per quella battaglia. Quello che scoppi? fu un nuovo scontro, che iniziava in quel momento: non c'era la suddivisione in principi, astati, triari; non c'erano gli antesignani a combattere davanti alle insegne e il resto dell'esercito a combattere dietro alle insegne; i soldati non badavano pi? se erano inseriti nella loro legione, nella loro coorte, nel loro manipolo. Era il caso a metterli insieme ed era la volont? di riscossa dei singoli ad assegnare il posto ad ognuno, davanti o dietro. E tali furono ardimento e coraggio, tale l'impegno nella battaglia che nessuno dei combattenti si accorse del terremoto che abbatt? interi quartieri di molte citt? d'Italia, devi? dal loro corso fiumi impetuosi, fece rifluire il mare nei fiumi, spian? montagne con enormi frane.

Trad. Mazzocato
  Livio
      Re: Livio
 

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