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Mittente:
Bukowski
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Re: Traduzione del De Viris Illustribus
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Data:
24/04/2002 3.29.45
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incerti avctoris liber de viris illvstribvs vrbis romae, 18
Quando la plebe attu? la secessione dal patriziato - perch? era costretta a sopportare [lett. sopportava] tributi e servizio militare - n? si riusciva a farla desistere [lett. a richiamarla (in Roma): ? la famosa secessione dell'Aventino] - (Menenio) Agrippa ad essa si rivolse (con quest'apologo): "Una volta, gli arti umani, ritenendo lo stomaco uno scansafatiche, gli si rivoltarono contro e rifiutarono di offrirgli i propri servigi. Ma penalizzati anch'essi da quella decisione, capirono che (in realt?) lo stomaco distribuiva (col metabolismo) i cibi assimilati per tutte le membra [insomma, era adibito alla nutrizione dell'intero organismo] e fecero pace con lui. Allo stesso modo, senato e popolo - (che formano), come dire, un unico organismo - soffrono la discordia, mentre traggono beneficio dalla concordia". Grazie a quest'apologo, il popolo si decise a tornare [lett. torn?]. Tuttavia, istitu? i tribuni della plebe, col compito di [qui? defenderent, relativa finale] tutelare la propria libert? contro la superbia del patriziato. Lo stesso Menenio si diede ad una tal vita di stenti che il popolo lo seppell? organizzando una colletta di beneficenza, in un luogo pubblico messo a disposizione dal senato [lett. la costruzione ? attiva].
Trad. Bukowski
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• Traduzione del De Viris Illustribus Re: Traduzione del De Viris Illustribus
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