Data:
25/04/2002 16.22.25
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Il tuo brano ? un libero adattamento di Gellio, Notti attiche, I, 10
Un giovane, grande estimatore [cupidissimus] del linguaggio antico [lett. delle parole?], faceva molto spesso uso - nella conversazione quotidiana - di termini piuttosto obsoleti e sconosciuti. Una volta, il filosofo Favorino lo apostrof? con queste parole: "Curio, Fabrizio e Coruncanio , (anche se) uomini del pi? lontano passato [antiquissimi], parlarono sempre [adsidue] in modo chiaro e comprensibile, e non utilizzavano il linguaggio degli Aurunci, o dei Sicani, o dei Pelasgi, ch'erano stati i primi abitanti dell'Italia [oppure: che per primi avevano abitato?], ma parlarono (esprimendosi) con parole della loro (stessa) et? [cio?, col linguaggio loro contemporaneo]. Tu, invece, utilizzi un linguaggio oramai obsoleto: la tua intenzione ? [lett. desideri], infatti, che nessuno comprenda i tuoi discorsi. Perch?, allora, uomo senza senno, per raggiungere pienamente il tuo scopo, piuttosto non taci? Tu affermi di prediligere, e molto, l'et? antica, che fu virtuosa, proba, sobria e discreta. Segui allora i costumi di quel tempo, mentre esprimiti con parole di oggi [huius temporis, di questo tempo]".
Trad. Bukowski
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